Nella prefazione al libro avevamo scritto:
Og nuno di noi ricorda il passato a proprio modo, per noi questa è una delle maniere che coniuga meglio ciò che è nella memoria e la nostra vita attuale, con i nostri figli, con i nostri amici; il trovarsi intorno ad una tavola significa condividere le gioie e le fatiche, gli impegni e le delusioni del nostro agire quotidiano insieme ai ricordi che continuano a vivere dentro ad ognuno.
L’impegno nel fare da mangiare bene, per noi, deriva soprattutto da una cultura trasmessaci che voleva, accanto alla santificazione delle domeniche e delle altre festività attraverso le celebrazioni religiose, un modo diverso dal normale per continuare a vivere la solennità anche al di fuori della chiesa, nella nostra piccola chiesa domestica: continuare a ringraziare il nostro Dio facendo festa anche a tavola.
Chi di noi di una certa età non ricorda i giorni che preparavano al Natale: a fianco dell’impegno per il presepio e l’albero, vi era il lavorio dei nostri genitori a preparare le buone cose che si sarebbero potute assaggiare solamente dopo la Santa notte: i gustosissimi tortellini, il panone preparato in casa e portato a cuocere dal fornaio, i biscotti di cioccolato, i liquori fatti con i concentrati di variopinti colori con aggiunta di sciroppo e alcool,….anche il vino sulla tavola il giorno di Natale era di quello buono, che veniva tenuto ben nascosto proprio per queste occasioni.
Pure gli altri tempi forti dell’anno vedevano un impegno culinario superiore alla media, anche perché allora non si poteva, per via dei problemi economici, godere tutto l’anno di queste prelibatezze, pertanto, nei giorni normali si cucinava in modo normale facendo parsimonia, utilizzando cose che non costassero molto.
Proprio per non disperdere i sapori di quelle cose e di quei momenti, e anche i valori che vi stavano dentro abbiamo pensato di mettere insieme le ricette che troverete, esse non rappresentano novità culinarie ma modi di preparare semplici cose, nella maniera che noi abbiamo imparato da altri, e che ad altri vogliamo trasmettere senza pretendere di fare scuola.
Per noi le feste hanno un valore speciale ed anche i pranzi dei giorni di festa devono essere speciali
Quando eravamo piccoli (ora abbiamo superato i cinquant'anni) il primo piatto dei giorni di festa, che non mancava mai, era il brodo in cui cuocere tortellini (Natale e Pasqua e poche altre occasioni almeno nelle nostre famiglie), passatelli, zuppa imperiale, o molto più semplicemente delle tagliatelline o dei quadretti fatti in casa, altro piatto forte erano le tagliatelle con il ragù o le lasagne.
Le pietanze iniziavano sempre dal bollito servito con salse fatte in casa o con verdure raccolte o acquistate in estate e conservate sott'olio o sott'aceto, si proseguiva poi con l'arrosto di carne e le immancabili patate!
A seguire torte casalinghe (panone e torta di noci per Natale, torta di riso per Pasqua) e l'immancabile zuppa inglese!
La mia mamma, che ha qualche problema di memoria, quello che non dimentica mai è che la domenica si deve mettere su la pentola con la carne per fare il brodo!!!! (E' fantastica! potere dell'abitudine consolidata nel tempo)
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